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Vrindavana-Jaipur-Agra - Diario del 27 febbraio 2017 - II parte

Siamo partiti da Milano Malpensa, il gruppo è composto da 23 persone provenienti da varie parti d'Italia. Ognuno di noi, oltre a valigie, zaini e borse, porta con sé anche un bagaglio di esperienze, speranze, aspettative e paure. Al punto di incontro con entusiasmo le persone che già si conoscono si abbracciano, gli altri, un po' titubanti, si salutano, si scrutano, in alcuni casi si avvicinano. Tuttavia, pur partecipando a questo viaggio spinti da motivazioni individuali, soggettive, intime, differenti tra loro, tutti sentono che stanno cominciando a diventare un corpus, che si muoveranno, più o meno insieme, nella stessa direzione.

A New Delhi ci aspetta l'autobus che ci porterà alla nostra prima destinazione, Vrindavana, dove ci fermeremo per sei giorni. Dopo il pranzo, nel giardino della struttura che ci ospita (MVT), ci ritroviamo per un primo incontro introduttivo, nel quale ci vengono date informazioni e spunti di riflessioni su questo luogo speciale. Non è detto che riusciremo a vedere la specialità di Vrindavana. Tuttavia, per ognuno di noi, essere qui non è cosa da poco. Non siamo qui per caso, abbiamo affrontato difficoltà, preso decisioni. Unificare il grande desiderio e cominciare a fare pratica fin dal mattino, alle quattro, quel momento della giornata che richiama le coscienze più elevate, sono i presupposti per fare un'esperienza importante. E al Supremo non sfugge il desiderio, lo sforzo, la volontà di glorificarLo.

Siamo immersi nell'inquinamento totale, dell'aria, della psiche, nell'era di Kaliyuga, eppure dobbiamo trovare la forza di purificarci, ma ci vuole qualcosa di potente: il canto dei nomi divini, con il solo intento di entrare in connessione con il Signore, ognuno collegato all'esperienza che sente più vicina. A Vrindavana ci sono divinità antiche che sono state adorate da figure importanti della tradizione bhaktivedantica, andremo a visitare i templi fondati dai sei Goswami.

In questi 15 giorni avremo la possibilità di trovare un segnale dentro di noi, mettendoci in gioco, andando nei luoghi in cui persone sante hanno avuto esperienze di alte realizzazioni spirituali. Il rischio più alto è di entrarci superficialmente: entriamo nel rispetto più alto in questi luoghi, il rispetto ci protegge, crea una recinzione forte. Cerchiamo di trovare il lato spirituale più profondo.

Sentiamo che essere a Vrindavana è una grande opportunità per ognuno di noi.