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Himalaya: fino alle sorgenti della Gange - Diario del 8 ottobre 2011

Appunti di Viaggio

Con nove auto partiamo da Rishikesh per Uttarkashi. Sono le dieci del mattino. E' una bella giornata di sole. Il tempo fino ad oggi è sempre stato molto buono. La strada sale, viviamo queste ore in un vorticoso roteare, estasiati da paesaggi meravigliosi.

Si aprono grandi vallate di montagne dietro quasi ogni curva. Le orecchie cominciano a tapparsi. L'aria si fa più fine e fresca. La nostra meta si avvicina.

Lungo la strada incontriamo alcune colorate bancarelle, che vendono oggetti vari, frutta e verdura (tantissimo ginger, esposto a mucchi!) e persone che camminano lungo il ciglio della strada. Ci incuriosisce sapere dove stanno andando, qui tra queste montagne. Più avanti incontriamo anche degli altari votivi e una grande Murti di Hanuman. Ci sono cavalli bianchi e mucche al pascolo, proprio sul ciglio della strada. Anche capre e bufali che dormono in mezzo alla carreggiata!

Le montagne cominciano ad ergersi imponenti attorno a noi. Viaggiamo a bordo di una comoda Toyota, ma le strade rigorosamente non hanno nessuna barriera di protezione! Solo nelle curve più pericolose c'è qualche basso guard rail. Ma per fortuna abbiamo un bravo autista! E' un ragazzo Sikh che si dimostra molto sensibile, attento e rispettoso nei confronti di Guru Maharaja. Ci dice di chiamarsi “Happy”! Vediamo tanti smottamenti lungo la strada.

La montagna sembra fatta di una roccia fragilissima simile all'ardesia, a strati, molto soggetta a frane e infatti ne incontriamo molte. Davanti ad alcune bancherelle lungo la strada vediamo casse vuote con il marchio Coca cola. E pensare che qui trent'anni fa non c'era nessun turista.

Cascate di acqua trasparente, di un verde chiaro, scorrono numerose tra queste montagne. Il nostro autista tiene sempre la radio accesa e così ascoltiamo uno dopo l'altro bellissimi canti devozionali. Radhe Radhe japakaro Krishnanama rasapiya karo! Shri Krishna Govinda Hare Murari He Natha Narayana Vasudevaya! Tra queste montagne coltivano anche il riso, ci sono molti campi mentre saliamo.

Ad un certo punto la strada si fa particolarmente stretta. Una frana ha invaso la carreggiata. Le bancherelle sul ciglio della strada si trovano ora proprio di fronte alla frana. I loro proprietari convivono con le forze invincibili della natura. Poco più avanti ci sono accampamenti improvvisati: due corti bastoni piantati nel terreno ai quali è fissato un telo. Sotto delle donne e ragazze stanno cucinando qualcosa con dei fornellini da campo. Incrocio lo sguardo di una ragazzina che sta sotto questa tenda come se stesse in una reggia: eretta, impassibile, siede a gambe incrociate e guarda la strada. Penso che non mi scorderò mai più quel suo sguardo fisso e penetrante.

In auto Guru Maharaja canta i Nomi divini. Il santo nome è glorioso, potente, immortale, misericordioso, compassionevole. Siamo arrivati a Chomba, qui prenderemo prasada. E' ora di pranzo. Ci fermiamo in un luogo bellissimo, a 2200 metri d'altezza. Poiché il clima è totalmente diverso dal nostro in Italia, anche a questa altitudine qui ci sono rose, margherite e conifere, laddove da noi ci sarebbe solo la neve! Dopo uno squisito prasada riprendiamo il viaggio. Più in alto saliamo, più bello diventa il paesaggio. Ma anche più frequenti le frane, i dirupi, gli alberi divelti; saranno ancora i resti delle piogge monsoniche torrenziali dello scorso anno. Sorprendente vedere bambini su queste strade di montagna con la cartella in spalla, tutti vestiti uguali, mentre ritornano da scuola. Chissà quanti chilometri a piedi ogni giorno debbono fare.

Finalmente si cominciano a vedere gli alti picchi. Man mano che saliamo si alza il vento. Siamo vicini al tramonto. Il cielo è rosato e il suo colore ben si sposa con la terra rossa di queste montagne. Vediamo bambini che vanno a prendere l'acqua al pozzo; per loro é un gioco tirare la pompa su e giù, mentre accanto a loro ci sono donne che lavano i panni. L'Himalaya lo si scopre anche nei loro occhi e in queste loro ritualità quotidiane. Ci vuole tutta la giornata per arrivare ad Uttarkashi, nello stato dell'Uttarakhanda. Qui siamo in una valle, a 1300 metri d'altezza. La sera rispettiamo un buon prasada e andiamo a riposare ascoltando la voce del grande fiume. Il Bhagirathi scorre proprio accanto all'albergo in cui pernottiamo.