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Himalaya - Diario del 6 settembre

“L'Amore è la meta del nostro viaggio”

Arriviamo su di un ghata che si trova proprio davanti alla confluenza del Bhagirati e dell'Alakananda.
Facciamo un bhajan per predisporre la coscienza all'ascolto delle sacre narrazioni.
Una fila di indiani seduti su di un muretto sopra di noi ci stanno a guardare e si uniscono al nostro canto. Poi offriamo puja a Shrila Prabhupada. Durante la cerimonia, non riusciamo ad offrire la fiamma perché il cotone utilizzato è poco inumidito di ghi.

Allora ci rechiamo in un tempietto sopra il ghata, dove c'è una bellissima Murti di Ganga Devi, grande, accogliente, affascinante, la Madre universale. Chiediamo ad un baba che cura questa Murti se ha una candela da darci per fare l'offerta. Lui capisce subito quel che intendiamo e, dopo qualche minuto, torna portandoci tantissimi ghiwits e canfora. Non vuole nessuna donazione. Desidera solo che li usiamo ogni giorno per adorare Krishna.

Questa è la devozione autentica che unisce oltre le differenze di razza e cultura.Dopo la lezione, cantiamo la gayatri al crepuscolo.

Il cielo è rosato e anche la Ganga ha lo stesso colore. Pensiamo che vorremmo vivere qui per sempre. Difficile staccarsi da questo luogo. Qui rimarrà il nostro cuore.

Il nostro incontro di Sat-Sanga prosegue con domande e risposte. Alcuni dei temi che vengono affrontati: come integrare l'energia femminile e l'energia maschile, il sentimento e la razionalità; come vivere in maniera evolutiva il rapporto di coppia e su quali basi fondare una famiglia; come superare il complesso di colpa; come prendere coscienza delle nostre catene e conquistare la liberazione.

Nel frattempo si leva una brezza leggera che ci ristora. Che potenza in questo luogo sacro! Vi si respira una magia indescrivibile. Qui contempliamo il connubio tra la terra e il cielo, tra la madre e il padre, tra la materia e lo spirito, tra l'uomo e Dio.

Ormai è giunta la notte, ma noi continuiamo a stare in questo posto sacrale. Il suono di madre Ganga si fa sempre più forte. Le sue acque sono ormai dentro di noi.

“La meta del nostro viaggio evolutivo è l'amore spirituale assoluto, quello che integra maschile e femminile e ci rende esseri perfetti, non più dipendenti dall'esterno ma autonomi in noi stessi. Persone grate a Dio e ad ogni essere, che hanno realizzato l'unione con Creatore, creato e creature. L'Amore conquista la morte. Imparare ad amare è lo scopo del nostro viaggio”.

Ritorniamo al nostro ashrama facendo un Harinam nelle strette vie di Devaprayag.