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India del sud - Diario del 24 febbraio 2011

Sulla via per Tirupati

Stamattina abbiamo lasciato Mahabalipuram, con le sue storie puraniche, le onde del suo oceano, le meraviglie architettoniche e archeologiche dell'epoca d'oro dei Pallava, dinastia i cui re per secoli, dal III al VIII d.C., governarono questi territori come rigorosi rappresentanti del dharma.

Il pullman ci conduce verso Kanchipuram, antica capitale Pallava, conosciuta come la città dorata dei templi, per i più di mille templi che una volta la ornavano e impreziosivano: la nostra meta è il grande tempio di Varadaraja, del Signore che è il Re tra coloro che concedono le benedizioni. L'apparizione di questa Divinità è collegata ad una affascinante storia, che è anche la storia della fondazione della città.

In questo luogo Brahma adorò Shri Vishnu (Ka-anchi significa proprio adorato da Brahma) e dal fuoco del suo importante sacrificio emerse la forma di Shri Varadaraja. Egli accolse l'invito di Brahma a risiedere in quel luogo e da lì, per la Sua illimitata misericordia, offrire le Sue benedizioni a tutte le persone che si fossero avvicinate per adorarLo.

Durante il tragitto in pullman, quel che colpisce, guardando dal finestrino è un sottile, invisibile senso dell'ordine e della dignità che si coglie in tutte le gestualità delle persone, nei disegni fatti con la farina con cui ogni mattina le donne decorano gli atri delle loro case e in mille altri dettagli che, nonostante l'estrema semplicità della vita, che qui si conduce, la abbelliscono e valorizzano. È ancora il retaggio di una plurimillenaria cultura sociale brahminica che qui, diversamente da altre zone dell'India ha potuto trasmettersi fino ai giorni nostri, non avendo questo territorio subito la difficile influenza che le dominazioni islamiche hanno prodotto nel nord del subcontinente.

L'atmosfera che si respira nell'autobus è di grande coesione e giorno dopo giorno cresce nei partecipanti la consapevolezza della grande avventura spirituale che tutti insieme stiamo vivendo e il desidero di assaporare ogni attimo di questo viaggio che è appena cominciato. Non esistono tensioni nel gruppo e quelle che potrebbero diventarlo vengono immediatamente risolte in un sorriso e un'intesa, grazie all'impegno di tutti e all'ispirazione che ci proviene dagli insegnamenti e dalla presenza della nostra Guida, Shriman Matsya Avatara Prabhu. Un senso di amicizia, di ordine e di rispetto regna sovrano.

Siamo arrivati alle porte del grande tempio, il più esteso di tutta l'India, e Shrila Gurudeva ci conduce con passo deciso al suo interno. Il muro esterno delimita uno spazio all'interno del quale sorgono splendide sale colonnate e santuari; tutto è costruito in granito, resistente al logorio del tempo e alla sapiente mano di artisti e artigiani, che in queste pietre e nelle sacre immagini che esse custodiscono, impressero tutta la loro devozione. Il chilometrico muro perimetrale rappresenta di per sé un capolavoro: non c'è malta ne altro tipo di cemento nelle fenditure tra le pietre, ma ciascuna di essa è scolpita in modo tale da incastrarsi perfettamente con quelle adiacenti a formare un insieme forte e maestoso. È così che come gruppo siamo invitati a muoverci per onorare adeguatamente la dimora di Shri Varadaraja. Offriamo i nostri omaggi alla divinità di Shri Narasimhadeva, nel Suo santuario, e ci incamminiamo verso i luoghi di residenza della divinità principale. Dagli sfarzi delle strutture esterne passiamo ad un ambiente dalle luci fioche e dagli spazzi ristretti: ci stiamo avvicinando all'altare principale e lungo il cammino ci accolgono le murti dei diversi rappresentanti della corte del Signore.

In fondo a uno stretto corridoio finalmente incontriamo la maestosa e dolcissima divinità di Shri Varadaraja, che per la Sua misericordia ci ha concesso di giungere fino a Lui. Le Sue benedizioni ci trasformano in profondità e gli effetti di questo cambiamento non tarderanno a manifestarsi nelle nostre vite e nelle nostre concezioni. Dal volto splendente del nostro Maestro si evince che la misericordia divina ha illuminato il suo cuore e un intenso bhajan accompagna la Sua danza estatica; i visitatori del tempio rimangono colpiti e affascinati da questa scena e si uniscono alla danza , battendo le mani e scandendo le dolci sillabe del mahamantra Hare Krishna. È nella breve lezione che segue, che si è tenuta all'interno del tempio, che Shrila Gurudeva ci spiega i segreti dell'intima relazione che si stabilisce tra la Divinità e il devoto dal cuore puro che la adora adeguatamente, e i suoi insegnamenti, come sempre, accendono il cuore di speranza e del desiderio di evolvere a piani superiori di coscienza. Dopo aver rispettato prasada, il nostro pellegrinaggio prosegue con la visita del bellissimo tempio shivaita di Ekambareshwara, di Shiva come Signore del solitario albero di mango che da più di tremila anni rappresenta il fulcro di questo luogo sacrale. L'atmosfera che si respira nella dimora di questo grande devoto del Signore è molto diversa da quella che si può percepire nei templi vaishnava, ma è proprio questa la grandezza della tradizione induista, che il Divino risponde con le Sue molteplici forme al variegato e multicolore paesaggio psicologico che l'intera umanità offre nel suo insieme e che così immediatamente si coglie tra le vitali e rumorose strade dell'India meridionale. Sono proprio queste strade che percorriamo con il nostro pullman, alla volta di Tirupati: l'ultima e la più attesa tappa del nostro viaggio. Dopo qualche ora, a tarda sera, giungiamo al tempio ISKCON di Shri Shri Radha Govinda. La gioia di cui è intriso questo luogo sacro ci avvolge immediatamente e ci sarebbe anche da rimanere confusi dalle potenti e molteplici energie con cui il Sacro si rivolge a coloro che si impegnano nella Sua ricerca. Ma adesso è l'ora di riposare; domani avremo il tempo di ambientarci, grazie alla pratica meditativa, agli insegnamenti della nostra Guida spirituale e alla sincera e disponibile accoglienza che gli ospiti del tempio e della Guest House sanno offrire ai visitatori.