Diario del giorno 1
Da diverse parti di Italia, un gruppo speciale si incontra all'aeroporto di Fiumicino: scalo a Zurigo e atterraggio a Delhi. In un soffio molti di noi incoronano il sogno di una vita, visitare il continente indiano. È intenso nel cuore di ognuno di noi scoprire l'India, e siamo consapevoli che partire da Vrindavana per farlo è un privilegio riservato a pochi. Già dopo poche ore di sonno a valle del viaggio che ci ha portati nella città dai cinquemila templi siamo pieni di energia per immergerci nella dimensione della spiritualita vera, autentica, in apparenza punteggiata da mille contrasti. Per alcuni di noi questa forma di interiorità, così naturale a Vrindavana dove il rapporto con il Divino è ancora fortunatamente ritenuta una relazione essenziale, da cui non si può prescindere, spiazza ma incuriosisce, generando domande che risuonano in ognuno di noi.
Come primo giorno siamo veramente fortunati, perché subito dopo il tempio fondato da Shrila Prabhupada, abbiamo l'opportunità di visitare il quello di Madhana Mohana, che si erge sulla Yoga pitha, dove si narra che Krishna in persona si sedette per asciugarsi alle dodici forme di Luce del Sole, da Lui preferite. Ecco che scopriamo, quindi, l'intensa sfumatura devozionale che caratterizza la pratica del Surya Namaskara, sfumatura poco conosciuta nello Yoga moderno. La giornata si conclude con una riflessione tenuta all'interno del samadhi di Sanatana Goswami, e con la visita al Grantha samadhi che custodisce e preserva testi della Bhakti vaishnava dal contenuto altamente mistico, considerati incomprensibili alla mente comune.
Diario del giorno 2
Oggi ci siamo immersi nei giardini della Bhakti, luogo di pace interiore, di festa nel cuore, di immagini scolpite nella memoria dell’anima. Camminiamo assorti, rispettosi e attenti in quel di Seva Kunj, la dove la coppia divina manifesta l’essenza del completo, in una danza armoniosa dove maschile e femminile si contemplano. Siamo consapevoli che esserci oggi, in cammino con i nostri piedi scalzi è una partecipazione fuori dal tempo lineare, dentro il tempio dello spirito, nel cuore di Vrindavana, luogo di coscienza e di viaggio.
Seva kunj è una dimora che non si erge sulle pietre ma sull’Amore Divino, stato di elevazione e conoscenza di sè, condizione di alta consapevolezza dentro e fuori i confini conosciuti. Attraversiamo dunque il sacro boschetto con i nostri corpi e la nostra vita, siamo irraggiati da una luce che per una parte è quella del sole e per l’altra è quella della Bhakti.
Ci spostiamo di poco e siamo al tempio di Radha Damodara, considerato un centro di importanza capitale per la spiritualità nel mondo, luogo di conservazione della memoria di personalità sante, di coloro che hanno trasmesso la Bhakti come una esperienza di umiltà e di abbandono, di saggezza e conoscenza. Dalla dotta sapienza di Jiva Gosvami, alla festa dei rasa più elevati con Rupa Gosvami, alla natura anacoretica di chi si ritirava nel grembo di madre terra come Bhugarbha Gosvami, alla leonina potenza interiore di Bhaktisiddhanta Sarasvati, alla predica nel
mondo di Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Solo alcuni tra i più importanti dimoranti di questa casa dello spirito, dove Samadhi e Bhajan Kutir si alternano e concentrano in una danza dello spirito.
Diario del giorno 3
Il terzo giorno si disvela con il clima più freddo dei giorni precedenti, per nostra fortuna il calore proviene dalla pratica di Harinama Japa.
Ci rechiamo alla GLA University di Mathura, e presentiamo una lezione del metodo Yoga con Amore. La sala del dipartimento Yoga dell’Università è pronta ad accogliere il nostro gruppo, tanti studenti indiani arrivano e iniziamo. Si condividono i concetti e i principi, il metodo e i benefici. Gli studenti partecipano con entusiasmo e apprezzano quanto è stato insegnato.
Proseguiamo con un prasada offertoci dall’università degno dei migliori ristoranti, ma quello che più ha nutrito sono accoglienza, generosità e genuinità, questa è l’India e la sua gente.
Concludiamo l’incontro con il Pro-Vice-Chancellor, appassionato e praticante di Yoga, uno scambio appassionato sulle tecniche del respiro rafforza improvvisamente il filo di unione già consolidato, un modo per conoscersi meglio, sviluppare fiducia e apprezzamento reciproco, nell’ottica di una collaborazione che appare essere solo all’inizio.
Diario del giorno 4
La morte, quel passaggio tanto necessario quanto naturale, che segna la più importante tra le metamorfosi. Oggi l'esperienza a Vrindavana ci mette a contatto con tutte le fasi della vita, dall'infanzia, nella visita alla scuola per bambine povere che entra nel cuore di ognuno di noi, alla morte, specialmente delle persone care. Fluttuando sulle docili onde della Yamuna, entriamo nella consapevolezza che le persone che non sono più fisicamente con noi, in realtà, lo siano nell'essenza. Spinti dall'incapacita della persona, che ormai ha dismesso l'abito fisico, di farsi sentire tramite i sensi in quanto diventata invisibile, comprendiamo che una profonda pratica meditativa puo farci gustare la percezione della presenza che trascende i sensi. Queste le riflessioni ispirate dalla Bhagavad Gita che scandiscono la traversata su una barca di legno guidata a remi. Non c'è spazio per alcuna tecnologia: ci soddisfa, ora, solo il desiderio di andare oltre, di penetrare l'ego per avvicinarsi al sè. Acque lisce e intense del fiume sacro che lambisce la terra di Vrindavana ci sostengono in questo desiderio, facendoci procedere armonicamente, con lentezza in una danza a passo di musica. L'anima non muore, l'anima è indistruttibile ed esiste da sempre nella sua eternita: a che pro dunque lamentarci? Queste parole di Krishna, che oltre 5000 anni fa posò il suo sguardo sullo stesso paesaggio cui oggi noi abbiamo il dono di assistere, si caricano di pathos che commuove in profondità molti di noi. Il nostro viaggio sulle onde del fiume sacro, il nostro viaggio speciale, è la metafora della vita: fluttuare in acque propizie accompagnati dalle persone che amiamo e che ci aiutano a scoprire la Verita. Questo pellegrinaggio sulla Yamuna parte dal caos dei rumori sconclusionati e della vita materiale per assestarsi in breve tempo, grazie al profondo desiderio spirituale, in una condizione di perfetta pace, il cui silenzio è interrotto solo da antichi mantra e dal fruscio prodotto da stormi di uccelli che si librano in volo. Assaporiamo la vita che, a guisa di una ghirlanda di fiori tenuta da due mani, fluttua sopra il pelo dell'acqua, oscillando avanti e indietro dolcemente manovrata dal divino Comandante e, quando è finalmente pronta, a valle di tale danza divina, viene liberata nell'aria per tuffarsi nel fiume, che purifica e trasporta sempre più vicino al Supremo, fonte di eterna felicità.
Diario del giorno 5
Oggi l’India ci accoglie nella sua tradizione. Ci portiamo là dove il concepibile è l’inconcepibile volano insieme, forgiando la mente verso comprensioni extra ordinarie. Giunti la in questo posto noto in tutto il paese come Collina di Govardhan ci sentiamo accolti nella narrazione, quasi a farne parte e diventarne partecipi. I chilometri del Parikrama (circumdeambulazione in senso orario)vengono affrontati da scalzi, i piedi nudi solcano il sentiero tracciato dai molti credenti, ne riprendono il significato del sacrificio, ne vivono il rito! Questo luogo è speciale per capire, intuire e percepire ciò che generalmente sfugge alla parte razionale. Avvicina all’essenza di un rasa (gusto) tipico della collina, il cibo come sussistenza per tutti gli esseri.
Tanto importante il significato, quanto necessario capirne il principio di caritas e compassione! Chi mai potrà fare a meno dell’Amore promanato dalla trascendenza, chi potrà negare la funzione luminosa dell’intervento Divino! Chi come Indra si troverà a rivedere il proprio ego, ingigantito dalla capacità di determinare i fenomeni del mondo!
Ecco che la nostra visita a Govardhan ha aperto uno squarcio nella ordinaria esperienza umana, fornito modelli utili, avviato scenari di evoluzione.
Diario del giorno 6
Amore puro e umiltà, unione eterna e devozione incondizionata. Questi i temi che fanno da filo conduttore di un'altra giornata intensa, dove le nostre esistenze iniziano a unirsi in un'esperienza che avrà tanta influenza su di esse. Il puro sentimento si respira distintamente nella visita al Radha kunda e allo Shyama kundha, due laghi che costituiscono uno dei posti più sacri di tutta l'India. Questo luogo di spiritualità autentica fece da sfondo ai divertimenti trascendentali della coppia divina Krishna e Radharani i quali, rapiti dal sentimento reciproco di Amore estatico, manifestarono l'Uno i segni dell'Altra e, dopo aver sofferto le forti pene della separazione, piansero così tanto che formarono i due laghi con le Loro lacrime. Difficile immaginare nella condizione materiale un Amore così grande, la cui relazione fu incarnata da Shri Caitanya Mahaprabhu, il più grande esponente del Bhakti Yoga. E proprio la figura di Caitanya fa da ponte tra i kunda, che rimangono distinti ma sono in scambio d'acqua continuo grazie a canali sotterranei presenti ma, appunto, invisibili, e il tempio visitato al pomeriggio, Gokulananda. In questo luogo all'apparenza povero e semplice sono conservati i corpi di due grandi anime che hanno segnato per sempre la tradizione dello Yoga autentico. Si tratta di Lokanath Goswami, figura di infinita umiltà in profonda e costante connessione con Dio, e il suo discepolo Narottam Das Thakur.
La loro vicenda ci testimonia la più alta relazione tra Maestro e Discepolo fortemente voluta da Dio, nonostante apparenti opposizioni esterne. Ci riempie il cuore di devozione anche il solo pensiero che Narottam, inizialmente rifiutato da Lokanath come discepolo, continuò ininterrottamente a offrire i servizi più umili pur di stare accanto alla persona che rappresentava la sua possibilità di salvezza spirituale.
Diario del giorno 7
È tempo di condivisioni. Cosa ci sta donando il viaggio dell'anima? Quali realizzazioni, maturazioni e pensieri hanno suscitato in noi gli intensi giorni a Vrindavana? Ogni partecipante offre agli altri preziosi spunti di riflessione. Profondi concetti emergono: l'importanza della consapevolezza, l'osservazione, la trasformazione interiore, la novità. Laddove il pensiero si scontra con la materia spesso fonte di tribolazioni, l'armonia pur si manifesta. Lacrime di gioiosa commozione sgorgano dagli occhi stimolate dell'onda di Amore della dimensione di Vrindavana. Ecco, ora i cuori sono pronti per tuffarsi nell'oceano di Amore di Puri. Il trasferimento per Delhi si è arricchito di piccoli imprevisti tipici della natura indiana, che hanno permesso di attraversare per un'ultima volta Vrindavana a bordo di colorati tuc tuc, sovrastati dalle nostre ingombranti valigie. Il percorso per Puri è stato articolato e denso di attese, infine coronate dall'arrivo tanto sospirato nella città di Jagannath, il Signore dell'Universo.
Diario del giorno 8
Il prana è la forza cosmica che anima ogni corpo materiale, consentendogli di muoversi nel mondo. Se in equilibrio, il prana di ogni individuo è orientato verso uno scopo evolutivo. Le prime ore del mattino dopo la consueta meditazione sono spese proprio in una pratica di pranayama ('estensione del prana') che ben predispongono la parte energetica sottile ad una giornata vissuta in consapevolezza.
Due luoghi speciali entrano, oggi, nella nostra memoria: il Siddha Bhakula e il Gambhira. Il Siddha Bhakula è il sacro albero che nacque per volere del Signore Caitanya Mahaprabhu per offrire ombra ad Haridas Takhura mentre meditava sul Signore Supremo, con lo sguardo rivolto verso il Tempio di Jagannath. Un albero dai rami robusti, curvi e cavi che rivela alla sola vista un'origine divina. Visitato dai devoti della Bhakti di tutto il pianeta, raccoglie i loro desideri di natura spirituale per aiutarli a realizzarli, nel processo di purificazione della psiche. A pochi passi di distanza il Gambhira, il luogo dove il Signore Caitanya si ritirava in preghiera e che conserva alcune reliquie, tra cui i sandali che Egli soleva indossare. Il silenzio qui prende spazio e il suono ininterrotto dei clacson si annulla. Qui possiamo immergerci nel ricordo del Signore dalla carnagione dorata, incarnazione della relazione di amore trascendentale tra Krishna e Radharani, le cui estasi sono conosciute nel trimundio. Anche oggi riceviamo il dono straordinario del prendere prasada (cibo offerto alla divinita) all'interno del tempio. Sapori equilibrati e gustosi soddisfano il corpo per sostenerlo nella ricerca interiore. Così, felici, attraversiamo il lungomare per il rientro in hotel, nel cui giardino ci rilassiamo con una lezione sulle asana che scioglie lo stress muscolare e dona vigore ed energia al corpo.
Diario del giorno 9
Haridas Takhura è oggi ancora presente con la nostra anima, vivo nel presente con la memoria.
Essere al suo samadhi ci fa andare oltre il tempo, ci ricongiunge alla dimensione della Bhakti nel rasa del Santo Nome! Il Mahamantra, nella nostra dimensione permette la trasformazione della coscienza, la ripetizione diventa forza evolutiva.
Haridas il modello, L’Acarya del canto dei nomi divini, seppe conquistare il cuore del suo adorato Gauranga.
L’avatara dalla carnagione d’oro lo volle proteggere, poi consolare, poi onorare fino a curarsi del suo corpo nel momento in cui si spense in luce alla vista degli uomini, ma si accese alla vista della coscienza. Così bagnato nelle acque dell’oceano fu poi sepolto, dove oggi i nostri piedi percorrono il Parikrama in segno di rispetto!
Poi finalmente il tempio del
signore Jagannath, Colui che venne in forma di tronco sulle onde dell’oceano. Forma incompleta ma dal perfetto compimento nel segno delle Sua Misericordia infinita, grande come lo spazio incalcolabile dell’Universo.
Colui dal quale il prasada arriva senza limiti per tutte le anime, il sostegno della vita stessa..
Ecco dunque il segno della divinità che si fa simbolo della forma senza la forma, il non definito che esiste in virtù della perfetta definizione celata alla ragione ma realizzabile attraverso la fede.
Shraddha (la fede), unico vascello che conduce sulle acque dell universo verso la realizzazione della perfetta persona divina, completa e Personale, in una parola Krishna.