Jagannathpuri-Mayapur-Vrindavana - Diario del agosto 2006
Un Viaggio nella Conoscenza
E’ stato un viaggio all’interno di noi stessi, una profonda purificazione della memoria.
Il fatto che ci siamo spostati spazialmente visitando luoghi considerati sacri da una tradizione millenaria è stata una grande opportunità, un forte stimolo per fare un viaggio interiore. Il Prof. Ferrini ci ha condotti e guidati in questa straordinaria esperienza di crescita, in cui luoghi e gesti di antica e infinita potenza spirituale ci sono entrati dentro, nel cuore, attraendo come magneti la nostra attenzione e i nostri pensieri profondi, come in un percorso alle origini della vita e della coscienza. Eravamo in quaranta, la maggior parte studenti della nostra Scuola, molti dei quali visitavano l’India per la prima volta.
“Le stagioni della vita umana passano molto rapidamente e lo scopo di questa vita è elevare il nostro essere all’Amore, alla Conoscenza, alla comunione con il Divino. Se non facciamo nostro questo obiettivo, la vita umana è sprecata”. Con queste parole e con questi sentimenti Marco Ferrini ci ha introdotti al viaggio, stimolandoci a renderlo strumento di acquisizione di virtù e conoscenza. Il pellegrinaggio è un viaggio tra terra e cielo. Non lo si compie semplicemente acquistando un biglietto d’aereo, lo si compie davvero solo se ci si muove con la coscienza verso le dimensioni più elevate della realtà. Le fatiche e i disagi inevitabilmente connessi al viaggiare sono parte del programma di elevazione. “Non li guardate come ostacoli”, ci ha detto Ferrini, “considerateli occasioni straordinarie per superare i vostri limiti, per abbandonare illusioni e attaccamenti”.
Quando si è in viaggio è più facile comprendere che niente di ciò che è esterno a noi veramente ci appartiene. Chi può dire di possedere le ricchezze? Possediamo la gioventù o la salute? Per quanto? No, queste risorse ci sono affidate per un tempo brevissimo e la loro qualità dipende dall’uso che ne facciamo. Chi può dire “io posseggo un corpo”? In verità non siamo proprietari neanche di esso e la riprova è che se lo vogliamo mantenere per sempre, non ne siamo capaci. Ci viene sfilato via, a prescindere dalla nostra volontà. Tutto ciò che è esterno a noi non lo possediamo. Ma possediamo l’anima e i suoi poteri, i quali sono inalienabili e immensamente grandi: la conoscenza del vero, la gioia del sé, la natura dell’eternità. L’essenza della vita è ritornare consapevoli di queste nostre facoltà intrinseche che abbiamo smarrito, soffocate dai condizionamenti e dalla contaminazioni del carattere.
Nel Viaggio ognuno di noi ha avuto la rara opportunità di fare una seria e continua opera di discernimento per separare virtù e vizi, realtà e illusione, sacro e profano, dentro e fuori di noi, per non fare l’errore di comportarsi come coloro che vedono l’impurità nel puro e la purezza nell’impurità. “I luoghi sacri”, ci ha spiegato Ferrini, “non si vedono con gli occhi, occorre predisporsi con la coscienza elevata e visitarli in compagnia di persone che vivono e ricercano la santità, altrimenti rischiamo di fermarci alla realtà fisica e rimanere confusi dalle apparenze esteriori. Il luogo sacro è uno stato di coscienza, non una realtà fisica. E’ quella realtà dell’anima dove c’è amore puro, cura l’uno dell’altro, la consapevole cosciente presenza di Dio”.
Nel nostro peregrinare in quelli che rappresentano alcuni dei luoghi sacri più importanti dell’India, ovvero Jagannath Puri nell’Orissa, Mayapur nel Bengala e Vrindavana nell’Uttar Pradesh, abbiamo incontrato scene di santità, momenti di eterna sacralità, ma anche situazioni di estremo degrado e inciviltà, così come in una stessa persona talvolta convivono vette di genio e bontà assieme ad abissi di degradazione. Abbiamo imparato che l’essenziale è sviluppare e mantenere una chiara visione di luci e ombre, non dimenticandoci il sacro perché abbiamo visto ciò che sacro non è e non mancando di prendere le distanze dal degrado soltanto perché è accosto al sacro.
Il Viaggio è stata anche l’occasione per il CSB di stabilire contatti e collaborazioni a livello internazionale con Autorità del luogo, con istituti ed Università, ricevendo apprezzamenti e riconoscimenti ai più alti livelli. Si sono succedute interviste tra il Prof. Ferrini e massimi esponenti a livello socio-culturale, religioso, politico ed economico della realtà indiana, persone non accessibili se non a capi di stato come il Re di Jagannath Puri, rappresentante attuale dell’antica dinastia Dibya Singha Deva, il Raja-Guru del Re di Puri ed eminenti sacerdoti e Pandita del grande Tempio dedicato a Jagannath, visitato giornalmente da oltre 30.000 pellegrini. Sono state intessute collaborazioni con medici e cliniche ayurvediche, con illustri rappresentanti di antiche Sampradaya o Scuole tradizionali e con importanti accademici, tanto che il Prof. Ferrini è stato ospite della Shri Jagannath Sanskrit University, presso la quale ha tenuto una lezione alla presenza degli studenti e dei Professori e Direttori della prestigiosa istituzione. In questa occasione Ferrini ha presentato il Progetto del Centro Studi Bhaktivedanta, invitando ad uno studio comparato tra il pensiero psico-filosofico tradizionale indiano ed occidentale, per salvare la modernità senza anima dell’Occidente riportandola alle radici di un pensiero tradizionale che non è patrimonio esclusivo degli indiani, ma che è alla base della spiritualità e della saggezza di tutti i tempi.
Affascinanti sono stati le visite agli antichi Templi, arricchite e scandite dai molti insegnamenti ricevuti, e sulla storia di questi monumenti artistici e su quella delle Murti o immagini divine che rendono sacri questi luoghi, assieme ai tanti e suggestivi racconti sulla vita delle grandi personalità sante che li hanno visitati e mantenuti vivi. Abbiamo ammirato siti archeologici come quello di Konark, il tempio dedicato al deva del Sole, uno dei più caratteristici dell’India e tra i più conosciuti nel mondo, in cui emergono e trionfano le suggestive e meravigliose forme estetiche della classicità indiana.
E’ stato un Viaggio che lascia memorie senza tempo che portano in altre dimensioni, con indimenticabili albe e tramonti sui fiumi sacri del Gange e della Yamuna, le cui acque scorrono ancora nella nostra mente e ci parlano di antiche conoscenze, di sacri messaggi lanciati all’uomo dall’aldilà.