Skip to main content

Da Rishikesh a Badrinath risalendo l'Alakananda - Diario 3 ottobre 2019

Oggi primo giorno a Badrinath: il nostro hotel affaccia sulle imponenti creste himalayane attraversate da lunghe cascate che partono dalle vette per raggiungere il fondo valle. Al mattino, il gruppo si addentra nel paesino ravvivato dal mercato e da persone che si immergono in acque sulfuree naturali in mezzo a semplici costruzioni a 3500 metri di altitudine.

Ci facciamo strada tra una folla di persone accorse per visitare il maestoso tempio del Signore Badrinathji che sorge a poca distanza dall’Alakananda, affluente del Gange. Dopo aver contemplato la piccola divinità, cerchiamo un posto dove fare la lezione: optiamo per uno spazio sulla parte posteriore del tempio dove ci riuniamo per ascoltare l’affascinante storia del Signore Badrinathji e l’importanza della figura del maestro spirituale nella tradizione vedica che può aiutare a comprendere meglio il senso di questa divinità. Durante il bhajan introduttivo e la lezione alcuni indiani si avvicinano al nostro gruppo e prendono posto in mezzo a noi, pienamente coinvolti, come se la lingua fosse un ostacolo solo apparente per la connessione su un piano spirituale. Terminata la lezione si avvicina al nostro gruppo una figura che, pur appartenendo a un’altra linea disciplica, invoca i canti della tradizione vaishnava: ciò rafforza in noi la convinzione che i valori trasmessi da questa cultura siano comuni e universali. Dopo pranzo ci prepariamo per la visita pomeridiana alla grotta di Vyasadeva, il divino compilatore dei Veda, conoscenza millenaria. Dopo qualche kilometro con il fuoristrada, intraprendiamo una passeggiata per vincere l’altezza di qualche decina di metri: le montagne himalayane, al confine con il Tibet, si stagliano dinanzi a noi regalandoci paesaggi di stupefacente bellezza. Alla fine della salita finalmente entriamo nella grotta di Vyasadeva: un luogo sacro, dove decine di migliaia di pellegrini si sono recati per rendere onore all’avatara scrittore che si dice abbia soggiornato in questa grotta oltre 5300 anni fa. Un toccante bhajan viene offerto dal nostro gruppo: vi prendono gioiosamente parte devoti di diverse nazionalità e questo ci fa sentire più vicini nella bhakti. Nella lezione all’esterno della grotta, bagnati da una leggera pioggia che ormai accompagna, in modo inusuale, il nostro viaggio, apprendiamo l’enorme importanza della figura di Vyasadeva nella cultura indo-vedica.
Rientriamo nel nostro hotel stanchi ma felici. Andiamo a riposare dopo una cena tradizionale, per svegliarci l’indomani ammirando le vette di Nara e Narayana imbiancate di neve.