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Kurukshetra Vrindavana Jagannath Puri - Diario 9-10 febbraio 2019

Partiamo per l’India con un ritardo del volo Air India di 5 ore.
Questo piccolo inconveniente permette al nostro gruppo di incontrarsi e di conoscersi meglio grazie al maggior tempo disponibile. Dopo il check-in riuniti in un angolo dell’aeroporto e seduti sulle poltroncine ci intratteniamo per una riflessione di gruppo. Ci conosciamo, condividiamo i nostri nomi, la provenienza e la motivazione che ha spinto ognuno alla scelta di questo viaggio.

Prendiamo spunto dalla scintillante attrazione dei negozi che nel percorso obbligato dell’aeroporto hanno richiamato la nostra attenzione. Partiamo da questo per ricordarci quanto la funzione dell’attenzione modifica i suoi effetti nella coscienza a secondo della natura degli stimoli esterni e quindi secondo dove la si orienta. Nel secondo capitolo della Bhagavad-gita ai versi 62-63 Krishna ricorda che quando l’attenzione è catturata degli oggetti dei sensi si produce attaccamento per essi, dall’attaccamento si produce la bramosia, da questa la collera, dalla collera la confusione e da quest’ultima la perdita della memoria che determina la perdita dell’intelligenza da cui poi deriva la condizione per cui lo stesso genere umano è perso nella palude del materialismo.
Se dunque in aeroporto abbiamo l'occasione di riflettere su questo fenomeno, dall’altra parte quando arriveremo a Vrindavana avremo l’occasione di sperimentare una realtà diversa in quanto gran parte degli stimoli saranno caratterizzati dal mantenere l’attenzione al sacro, attraverso i templi, devoti che cantano il japa mala per le vie della città, le processioni e riti fin dal mattino presto.
Con questo spunto ci apprestiamo a volare per Delhi. Arriviamo, accolti da ghirlande di fiori colorati e profumati e da qui viaggiamo per Kurukshetra con il nostro autobus privato. L’indomani ci aspetta il primo giorno del viaggio dell’anima in terra indiana anche se sentiamo di avere già iniziato il nostro percorso.