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Kurukshetra Vrindavana Jagannath Puri - Diario 22 febbraio 2019

L’ultima giornata a Jagannath Puri è iniziata nella frescura della terrazzina: dopo la meditazione abbiamo letto il decimo canto della Bhagavad-Gita in cui Krishna descrive la propria dimensione e le proprie caratteristiche. Abbiamo cantato accompagnati da mridanga, karatala e harmonium e condiviso quanto sia importante ed illuminante ricordare e parlare del Signore Supremo. Dalla terrazzina scorgevamo in lontananza il tempio di Jagannath: porteremo sempre nella mente la sua immagine.

Alle 8:30 abbiamo fatto colazione. Prima della partenza abbiamo salutato e ringraziato il personale dell’hotel per la disponibilità e gentilezza, ci siamo poi diretti al pulman.

Abbiamo lasciato definitivamente Puri portando nel nostro cuore la forma mistica di Jagannath e la misericordia di Chaitanya Mahaprabhu, il Signore disceso nella forma di devoto per sperimentare l’amore devoto per Dio. Partendo abbiamo visto davanti a noi l’oceano: quelle sue caratteristiche di immensità, forza e purezza ci hanno fatto intuire la magnificenza divina presente in ogni cosa e al di là di ogni cosa. Nel decimo canto Krishna descrive le sue opulenze, ma non sarà possibile conoscerlo completamente, si potrà avere un’intuizione o un'impressione attraverso l’osservazione delle sue manifestazioni nel creato e nelle creature.

Il viaggio per l'aeroporto è durato circa un’ora e mezza per cui abbiamo potuto proseguire con le condivisioni e gustare un tipico dolce indiano a base di latte e formaggio. Siamo arrivati al terminal alle 13:00 per poi decollare alle 16:10. L’ambiente in aeroporto ha fatto provare ad alcuni di noi un senso di disagio: uno spazio ricco in oggetti ma povero spiritualmente. E’ emerso con forza dalla memoria l’ambiente semplice dei luoghi sacri visitati ma carichi di ricchezza interiore. Un episodio ci ha ricordato che a fare la differenza sostanziale non è il luogo in sé ma sono le persone che lo frequentano, infatti un compagna di viaggio per aver lodato Jagannath e cantato la preghiera al Signore Narasimha in aeroporto è stata abbracciata con affetto da una signora che aveva visto per la prima volta.

Durante il viaggio in aereo abbiamo ricevuto il Maha Prashada di Jagannath: lo abbiamo offerto anche ad alcuni passeggeri che vedendo il cestino tipico del tempio di Puri ne hanno subito riconosciuto la provenienza. Ci siamo sentiti felici e gioiosi di questa condivisione che veniva dal profondo del cuore.

Dopo due ore e mezza di viaggio atterriamo a Delhi: un venticello fresco e delicato rinfresca la nostra pelle, appare quasi come una carezza dopo il caldo di Puri. Anche qui abbiamo una particolare esperienza: una signora scesa dall’aereo abbraccia con dolcezza la sua vicina di posto che è una nostra compagna di viaggio. Ci ha commosso l’affetto che può nascere tra due persone che neanche si conoscono.

Da qui prendiamo il bus e ci dirigiamo in hotel a Delhi, lo stesso dove avevamo pranzato prima di partire per Puri. La struttura è ordinata, elegante e ci permetterà un confortevole riposo.