Skip to main content

Kerala-Orissa-Uttar Pradesh - Diario 14 febbraio 2020

Oggi è un giorno speciale. Dopo la meditazione ci rechiamo a fare colazione alle ore 7:00 per poi partire in visita ad uno dei posti più significativi del vaishnavismo, il tempio di AdhiKeshava Perumal.
Ci vestiamo in modo più idoneo possibile e ci facciamo il tilak, il segno sacro sulla fronte che rappresenta la devozione (Bhakti) attraverso la foglia di Tulasi e il segno di Vishnu. Il luogo è sconosciuto alle mete turistiche, qui arrivano solo coloro che ne conoscono l’importanza legata alla storia e alla cultura spirituale.

Anche l’autista professionista che ci è stato assegnato non conosoce il luogo, nonostante il tempio disti solo 50 minuti di auto dal nostro Hotel.
Lo guidiamo noi e così arriviamo con sicurezza alle ore 9:30.
Temiamo di non poter entrare come ci è accaduto al tempio di Padmanabhaswamy, invece un brahmino ci accoglie e a gesti ci indica cosa fare e ci accompagna. Anche se non conosce l’inglese tutto è chiaro tra noi e lui, finalmente siamo in un luogo straordinario che diventa una perla del nostro soggiorno nell’India del Sud.
Qui siamo nello stato del Tamil Nadu ormai da pochi kilometri.
Il tempio di Adikeshava Perumal è situato a Thiruvattar, distretto di Kanyakumari, in India è uno dei 108 divya desham, i luoghi santi del vaishnavismo.
Ci incamminiamo nel colonnato perimetrale, bellissimo, in pietra, adorno di sculture e rappresentazioni, la sua struttura rispecchia in modo superlativo i principi di costruzione Vastu. L'architettura del tempio è in stile dravidico con pilastri, porte e tetti in legno.
Arriviamo al centro del tempio dove entriamo in una dimensione speciale e solo la presenza fisica permetterà di poter testimoniare in futuro l’esperienza diretta attraverso la forza del ricordo e della memoria. Parole, immagini e racconti non riusciranno ad esprimere con la stessa intensità ciò che si respira in questo luogo. Abbiamo la possibilità di vedere questa antichissima divinità sdraiata, ci pare di essere fuori dal tempo, percezione che tutti i partecipanti del gruppo hanno vissuto.
Sappiamo dove siamo, ma ecco che arriva un brahmino che parla inglese e subito ci dice: “qui è dove Shri Caitanya Mahaprabhu ha sostato per tre giorni ed è venuto a portare gli omaggi al Signore. Qui è dove Caitnaya Mahaprabhu ha scoperto la Brahma Samhita:
“isvarah paramah krsnah sac-cid-ananda-vigrahah anadir adir govindah”
Il Brahmana ci recita tre versi della prima quartina dello shastra e noi rispondiamo con il verso conclusivo “sarva-karana-karanam”, è subito intesa!
Dopo aver reso gli omaggi e preso il maha prasada, ci soffermiamo a riflettere quanto siamo stati fortunati ad aver parlato proprio in questi giorni degli stessi argomenti contenuti nel primo verso della Brahma Samhita. Anche le riflessioni che abbiamo fatto al tempio di Padmanabhaswamy trovano in questo testo rispondenza:

“goloka-namni nija-dhamni tale ca tasya devi mahesa-hari-dhamasu tesu tesu
te te prabhava-nicaya vihitas ca yena govindam adi purusam tam aham bhajami”

“ Nel luogo più basso si trova Devi-dhama [il mon do materiale]; appena sopra c'è Mahesha-dhama [la dimora di Mahesha]; sopra ancora c'è Hari-dhama [la dimora di Hari], e sopra tutti questi luoghi c'è il regno personale di Krishna, chiamato Goloka. Adoro il Signore primordiale, Govinda, che ha assegnato i rispettivi ruoli di autorità ai sovrani di questa gerarchia di regni”.

Si è fatta l’ora del rientro ma nessuno vuole andare via. Decidiamo di restare a meditare dieci minuti. Nel frattempo un brahmana si avvicina, è contento di vederci, noi riconosciamo il suo tilak sulla fronte, è un devoto della Shri Vaishnava Sampradaya. Lui contento conferma, sta con noi fino a che non ci alziamo per incamminarci per il rientro. Anche questa presenza è un ulteriore episodio che conferma quanto detto in questi giorni sul collegamento tra la sampradaya di questo brahmino, gli Alvar e la cultura Tamil.
Ripercorriamo a questo punto il colonnato perimetrale, di nuovo una esperienza nella esperienza accompagnati dai nostri angeli custodi (i due anziani brahmana del tempio).

Sono amorevoli, ci portano fino all’uscita, ci curano fino all’ultimo metro, una festa per il cuore.
Oggi sappiamo di essere stati fortunati, molto fortunati, e sopratutto beneficiari di una grande misericordia.
Come a suggellare questa giornata eccezionale, all’arrivo in hotel inaspettatamente ci attende un ragazza dello staff con delle rose rosse e un piccolo dolce, nonostante fossimo qui ormai da diversi giorni.
Era evidentemente la giusta chiusura di una visita speciale, che è stata sopratutto dentro di noi, testimoni che la misericordia divina è infinita.