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Maratea - Diario 26 luglio 2020

Oggi la meditazione all’alba ci dona la possibilità di osservare con visione nitida lo scorcio del Monte Minerva, del vecchio castello e della statua del Redentore, grazie alla luce terza di questa giornata che si preannuncia ancora una volta con una bella presenza di sole.

Al mattino dopo aver salutato alcuni compagni che terminano il loro seminario, ci avviamo per il trekking che ci porta in un sentiero lungo la costa sud, dove i monaci nei secoli passati si recavano in preghiera e meditazione.

Arriviamo presso l’eremo della Madonna della Pietà, dopo aver incrociato un antico romitorio, e ci fermiamo in una zona d’ombra sedendo su due muretti che appositamente assumono la funzione di panca per i visitatori. L’eremo ha una vecchia campana che si lascia suonare attraverso una catena che scende sul fianco della struttura, ci proviamo tutti ed è una esperienza che prende senso grazie al suono che inizia a riverberare nella natura selvaggia che circonda l’area come a dover avvertire il mondo che l’attenzione dovrebbe ora esser riposta al piano divino. Dentro troviamo un piccolo piano rialzato e piccoli interventi murari dal sapore artistico che cercano di dare una dignità ed una maggiore parvenza solenne a questa semplicissima struttura che appare in tutta la sua umile accoglienza.

Ci sediamo e leggiamo gli ultimi sutra scelti dell’opera di Patanjali. Adesso il seminario sulla meditazione inizia ad esser completo nella sua didattica. Abbiamo affrontato il tema cercando di stimolare interesse e sopratutto offrire strumenti di riflessione per approfondire sia con lo studio che con la pratica.

Torniamo verso il paese, ripercorriamo in senso inverso il sentiero che tra ciottoli e alcuni passaggi stretti nelle pietraie sembra ricordare quei sentieri tipici dell’Himalaya che abbiamo incontrato nei nostri viaggi alla sorgente del Gange. Il paesaggio ci rimanda verso luoghi sacri lontani, la filosofia perenne ci riporta a casa tutte le volte che la risvegliamo dentro di noi.