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Diario del giorno 6

Oggi ritorniamo a Vrindavana. Ci aspetta una giornata intensa e sopratutto ricca di sorprese. La nostra visita corrisponde al giorno di ekadashi in connubio alla festività di Holi. Un mix esplosivo che per essere capito lo si può solo sperimentare.

La viabilità della città sacra è dunque bloccata, saltano anche i vari passaggi della nostra scaletta temporale del giorno. Veniamo scaricati dall’autobus ad un certo punto oltre il quale il mezzo non ha l'autorizzazione di passare. Scendiamo e ci incamminiamo per arrivare ad incrociare parikrama marg, dove un flusso di migliaia di persone circun-deambulano Vrindavana tra polveri di colori accesi e festosi pronti a colorare l’aria e calare sui passanti secondo la tradizionale usanza di Holi.

Si capisce subito che ogni tentativo di rispettare il programma della giornata salta, in cambio sarà possibile sviluppare lo spirito di adattamento, attivare l’intelligenza per trovare soluzioni e vivere l'esperienza. E così che il primo risultato è quello di scegliere di disdire l’appuntamento preso con il ristorante, per il pranzo, perché avrebbe vincolato in maniera irreparabile le possibilità delle visite ai templi.

Questa decisione ci ha messo in condizioni di muoverci per la prima visita a Radharamana, partendo a piedi verso la meta, senza avere un’idea precisa dell’orario in cui saremmo arrivati. Riusciamo a trovare una staffetta con dei tuc tuc che provano a percorrere un tratto per avvicinarci al tempio anche se non potranno portarci fino all’arrivo. Questi brevi tragitti con spostamenti motorizzati sono stati senz’altro preziosi per le gambe, impegnate dalla mattina alla sera in un ritmo intenso.

Immersi nella festosità cittadina e dopo un paio di furti delle scimmie che hanno fatto colpo, confermando la regola che a Vrindavana non puoi distrarti, siamo appunto entrati nel primo tempio in programma, Radharamana la divinità adorata da Gopalbhatta Gosvami.

La tradizione racconta che Ella è la trasposizione della materia di una shaligram shila (particolare tipo di pietra del fiume Gandaki che si trova in Nepal) in Murti (forma divina), le sue diverse parti del corpo esprimono i lineamenti e le forme di altre importanti divinità originali di Vrindavana.

L’interno è gremito, la tensione in devozione molto intensa, il darshana di questa divinità è unico e merita lo sforzo. Successivamente passiamo alla visita dei samadhi di Lokanth Gosvami e Narottamdas Takhura, una preziosa storia della relazione tra guru e discepolo, un modello che racchiude in se la quintessenza delle nobili qualità dell’umiltà e della costanza.

In ultimo il tempio di Radha Damodara con i samadhi di Jiva, Rupa, Krishna kaviraja e le stanze dove ha risieduto Shrila Prabhupada.

É arrivato buio, la festa di holi è ormai vicino al termine anche se proseguirà ufficialmente fino a sera inoltrata. Riusciamo a raggiungere il nostro bus, piazzato fuori città dove ci aveva lasciato al mattino.

Abbiamo camminato molto ma possiamo dire di aver vissuto Vrindavana nel pieno della sua festosa dinamicità, raggiungendo insperatamente e comunque le tappe che ci eravamo prefissi, riuscendo perfino a fare una brevissima visita alla Yamuna.

Soddisfatti torniamo verso Govardhan per una nuova e affascinante avventura che l’indomani ci aspetta, verso Karauli ospiti della storica reggia dei Maharaja locali discendenti degli Yadu.