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Diario del giorno 1 - Viaggio dell'Anima "Ritiro di Yoga a Maratea"

Giungiamo a Maratea a piccoli gruppi. Alcuni di noi scoprono questi luoghi per la prima volta, altri li ritrovano intatti, come se l’assenza di qualche anno sia stata una piccola, impercettibile pausa, lunga appena un battito di ciglia.

I colori dei fiori, la luce del mare, i profumi della natura si sono celati dietro a una fitta coltre di nebbia plumbea e bassa sull’orizzonte. Avvolta dalle spesse nubi, nell’imbrunire serale, la statua del Redentore non si fa ancora vedere, come se giocasse a rimpiattino con il nostro desiderio di ammirarne la divina magnificenza, sulla sommità del Monte Minerva che sovrasta Maratea. Chissà se domani le nostre aspettative saranno coronate dal successo.

In serata, nella sala Globo del Grand Hotel Maratea, il gruppo si riunisce per l’incontro introduttivo sul tema del Viaggio di quest’anno, ispirato come di consueto alle opere di Marco Ferrini: “Pensiero, Azione e Destino”. Dopo le presentazioni iniziali,entriamo gradualmente nell’argomento che costituirà il trait d’union del soggiorno, riflettendo sul karma e su quanto spesso le occasioni che si presentano alle porte della nostra esistenza siano dei potenziali punti di svolta in direzione della trasformazione. Bivi esistenziali in cui una proposta allettante, la possibilità di acquistare un bene, l’incontro inaspettato con una persona possono consolidare le fondamenta del nostro destino, portandolo verso la sua meta designata, oppure sgretolarle gradualmente, sino a minacciarne irreversibilmente l’intera struttura. Come le frecce nella faretra, pronte per essere scoccate. 

La via spirituale, dell’abbandono a Dio, è l’occasione per offrire alla nostra esistenza un senso pieno, attivo, attraverso la ricerca profonda che si distacca dagli aspetti più superficiali della vita, per attingere alla fonte della sapienza essenziale, un’energia inesauribile che non serve per rafforzare l’Ego, ma serve il Sé, si mette a servizio dell’Anima. Qualcosa che non possiamo al momento vedere, ma che possiamo iniziare a conoscere. Come il Redentore che attende, a braccia aperte, di essere finalmente disvelato.

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