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Vrindavana-Jaipur-Agra - Diario del 27 febbraio 2017 - III parte

E' il secondo giorno a Vrindavana e alcuni di noi si sono recati all'adiacente tempio di Krishna Balaram per partecipare al quotidiano programma spirituale che ha inizio alle quattro.

Alle sette ci siamo ritrovati tutti nel patio della guesthouse che ci ospita per assistere a una lezione sulla Bhagavad gita. Abbiamo letto alcuni shloka dal sesto capitolo nei quali si parla di come porre sotto controllo le frenetiche attività della mente. Emerge dalla lettura e dalle riflessioni che un modo per ottenere la pace è essere benevolenti con tutti gli esseri viventi, da cui anche la scelta del vegetarianesimo.

Il primo treno per Vrindavana è la rinuncia alla gratificazione dei sensi. La materia deve essere gestita per l'evoluzione spirituale e la meditazione ci consente di lavorare sui nostri limiti.

Cominciamo a comprendere che l'elaborazione delle esperienze profonde fatte in questo luogo di contraddizioni stridenti e di forte impatto per i sensi e per la logica ci servirà da modello importante e fondamentale da portare a casa.

Alle dieci ci rechiamo al samadhi di Shrila Prabhupada, dove è conservato il suo corpo. Secondo la tradizione vedico-vaishnava, il corpo di una persona molto elevata spiritualmente è considerato sacro.

Shrila Prabhupada, per volere del suo Maestro, Shrila Bhakthisiddhanta, ha diffuso il messaggio dei Veda e della Bhakti, partendo dall'India negli anni sessanta alla volta degli Stati Uniti con poche rupie in tasca e un baule con i libri che, dal sanscrito, aveva tradotto in inglese e commentato.

E' proprio qui, a Vrindavana che quarant'anni fa circa ha avuto luogo il primo incontro tra Shrila Prabhupada e Marco Ferrini (Shriman Matsyavatara Prabhu).

Raccolti nel gazebo del giardino del MVT, leggiamo un articolo nel quale si ripercorrono le tappe fondamentali della vita di Marco Ferrini, da quell'incontro a Vrindavana alla creazione del Centro Studi Bhaktivedanta, nato per collegare il sapere dell'oriente con quello dell'occidente.

La condivisione di gruppo fa emergere prime impressioni, emozioni e stati d'animo con alcune sicurezze che cominciano a vacillare.

Dopo pranzo, con i tipici rickshaw, arriviamo al Loi Bazar e ci avventuriamo nei vicoli con i negozi traboccanti di oggetti devozionali, japamala, divinità, sari colorati e incensi. La situazione di notevole degrado della città, sembra stridere con la presenza dei numerosissimi templi, delle persone sante che ci vivono e che ci hanno vissuto e con l'anelito di ricerca spirituale che alberga in tutti noi, ma, forse, è giunto il momento di vedere che cosa si cela oltre il velo delle apparenze.