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Kurukshetra Vrindavana Jagannath Puri - Diario 19 febbraio 2019

Come nei giorni passati, ci siamo ritrovati sulla terrazzina illuminata dalla luce fresca della luna per la meditazione del mattino a cui sono seguiti i canti e la lezione delle 7:00. Abbiamo letto dal settimo capitolo della Bhagavad Gita, in cui Krishna spiega ad Arjuna come recuperare la relazione tra l'uomo e il Divino. L’intelligenza viene indicata come cifra fondamentale che permette di riscoprire tale relazione ed elevare il livello di coscienza dell’individuo. Questa facoltà distingue l’essere umano dall’animale. Nella meditazione l’uomo ha dunque a disposizione anche l’intelligenza, il ragionamento e il discernimento per orientare l’attenzione verso il Divino e non verso gli oggetti dei sensi. Può così sperimentare livelli di consapevolezza superiori che si distinguono da quelli inferiori, dati dall’assorbimento negli oggetti dei sensi. Attraverso il miglior utilizzo dell’intelligenza è possibile svolgere le attività come offerta a Dio (servizio devozionale) e così attrarre Krishna. Risvegliata la relazione con Lui, si ritrova il gusto superiore della vita. Dalle condivisioni è emersa la difficoltà nel pensare al Divino nella meditazione: proprio questa difficoltà può essere sconfitta con intelligenza, orientando la nostra attenzione.

Dopo colazione ci rechiamo con i riksho alla casa di Sarvabhauma Bhattacharya passando per un grande cortile. L’ambiente è molto semplice e, se non fosse per la tradizione e la storia, il luogo passerebbe completamente inosservato. Entrati nella casa, portiamo i nostri omaggi alle Divinità presenti e osserviamo le pareti dipinte da un giovane ragazzo presente nel tempio. Viene raccontato che Sarvabhauma incontrò Chaitanya Mahaprabu al tempio del Signore Jagannath. Quel giorno vide Chaitanya Deva nell’estati spirituale che giaceva a terra nel tempio. Sarvabhauma non conosceva Chaitanya ma vedendoLo a terra in estasi, per proteggerlo, lo portò a casa sua. Così iniziò la loro relazione spirituale. Sarvabhauma, che era impersonalista, aveva iniziato a spiegare a Chaitanya il Vedanta secondo la sua visione. Il Signore Supremo per giorni non disse nulla, prestando attenzione alle sue parole e ai suoi consigli, finché Sarvabhauma chiese quale fosse il suo pensiero. Abbiamo così proseguito la lezione leggendo gli insegnamenti di Chaitanya a Sarvabhauma sulla visione personalista, contestandogli la visione impersonalista chiamata Maya Vada, secondo cui tutto è illusione.
Abbiamo poi lasciato la casa di Sarvabhauma per il pranzo in hotel.
Nel pomeriggio alle 16:00 ci siamo recati a piedi al tempio di Tota Gopinath, il Signore delle gopi. Il tempio è collegato a Chaitanya Mahaprabu e a Gadadhara Pandita, il devoto che ha adorato la Divinità qui presente. Chaitanya aveva due posti preferiti: il tempio del Signore Jagannath e il tempio di Tota Gopinath. Secondo alcune fonti Chaitanya lasciò questo mondo in quest’ultimo tempio. Abbiamo raccontato la storia della Divinità di Tota Gopinath. La murti era adorata da Gadadhara Pandita con tanta devozione ma, a causa di una malattia, ad un certo punto della sua vita non riusciva più ad ornarla con le ghirlande perché era troppo alta. Chiese allora ad un brahmana di prendere il suo posto ma Tota Gopinath desiderava essere servita dal suo puro devoto Gadadhara. Quindi gli manifestò questo suo desiderio in sogno e la mattina seguente si fece trovare inginocchiata. Esendo diventata più bassa poté essere nuovamente adorata da Gadadhara. La tradizione racconta che Chaitanya lasciò questo mondo fondendosi in questa Divinità. A seguito di questa spiegazione abbiamo avuto il Darshana di Tota Gopinath con una nuova consapevolezza. Ancora una volta ci sentiamo fortunati ad essere in un luogo speciale che permette di accrescere i nostri sentimenti (rasa) per il Divino. Alcuni di noi hanno condiviso il vissuto personale avuto finora, esprimendo le proprie realizzazioni sul viaggio.
Dopo la cena in hotel, abbiamo concluso la giornata con i canti spirituali. Illuminati dalla luna piena ci siamo lasciati trasportare dalle melodie.