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Kerala-Orissa-Uttar Pradesh - Diario 17 febbraio 2020

Siamo a Puri la città del Signore Jagannath. Ci incontriamo sulla terrazza dell’hotel per la meditazione del mattino. Il clima è diverso, notiamo il pavimento bagnato dalla rugiada e un’arietta fresca che richiama la necessità di coprirsi. In Kerala eravamo abituati ad una temperatura calda sia di giorno che di notte, qui invece la situazione climatica è mutevole.

Alle 6:30 facciamo riflessioni sulla pratica della concentrazione e meditazione collegati al principio unico universale. La meditazione come pratica terapeutica da migliaia di anni. Dal terrazzo dell’hotel vediamo in lontananza il chakra che troneggia sulla guglia del tempio di Jagannath, si dice che vederlo equivale a vedere la divinità stessa che è all’interno e che agli occidentali non è dato vedere perché non possono entrare.

Alle ore 10:30 abbiamo il secondo appuntamento sulla terrazza per parlare del Signore Jagannnath. Prima facciamo una condivisione generale sui temi del mattino e poi la riflessione sulle tematiche emerse.

Il Signore Jagannath è un nuovo spunto per parlare delle manifestazioni del divino e per leggere un passaggio dalla Brahma Samhita.

“bhasvan yathasma-sakalesu nijesu tejah sviyam kiyat prakatayati api tadvad atra
brahma ya esa jagad-anda-vidhana-karta govindam adi-purusam tam aham bhajami”


“Adoro Govinda, il Signore primordiale, dal Quale Brahma, porzione soggettiva e distinta, riceve il suo potere per l'amministrazione del mondo materiale, proprio come il sole manifesta una porzione della sua luce in tutte le gemme risplendenti, quali il suryakanta e molte altre.”

La porzione soggettiva del Signore è un argomento molto interessante che sorprende e allo stesso tempo permette una riflessione stimolante per la comprensione delle diverse manifestazioni che secondo questa antica tradizione il Signore utilizza all’interno dell’universo materiale.

Nel pomeriggio ci trasferiamo al Gambhira presso la RadhaKanta Math. Una certa emozione prende tutti quando entriamo e ci avviciniamo al luogo dove il Signore Caitanya Mahaprabhu ha vissuto per 12 anni e in particolar modo nella celletta a Lui riservata. Qui si trovano ancora dei suoi oggetti tra cui i sandali e la lota.

Restiamo fermi in osservazione davanti alla piccola finestra che permette di osservare l’interno dove oggi si trova una nuova affascinante murti del Signore Caitanya dal color dorato, seduto in vajrasana che tiene il jnanamudra con una delle due mani. Ci prendiamo tempo per cantare i santi nomi e successivamente spostandoci sotto delle logge ci fermiamo a ricordare alcuni significativi ricordi della sua vita presso Puri. Nel frattempo tanti devoti arrivano a piccoli gruppi a portare i loro omaggi alla divinità del Gambhira. Ecco che si alternano devoti indiani a devoti occidentali, tra cui una intera famiglia di tedeschi con i loro figlioletti. Tutto scorre in maniera dolce e allo stesso tempo forte grazie ai kirtan che si susseguono nella casa che un tempo era appartenuta a Kashi Mishra, il rajaguru di re Prataparudra. Egli era stato incaricato di accogliere il Signore ed anche la divinità di Radhakanta, ancora oggi allocata sulla parte sinistra appena varcato l’ingresso ed entrati nel primo loggiato.

Dopo circa due ore veniamo invitati a sederci dai brahmana del tempio per partecipare ai krishna kata, racconti invocati e scanditi dal ritmo dei cembali e della mridanga. Veniamo rapiti e affascinati dalla bellezza e dalla devozione che questi devoti infondono. L’anziano brahmino che racconta e gesticola mimando i giochi del Signore in lingua bengali e gli altri che ripetono in coro e suonano. Anche noi iniziamo a partecipare.

Una esperienza molto suggestiva che non possiamo non apprezzare e vivere in tutta la sua peculiarità. Siamo a Puri e queste occasioni sono una vera e propria misericordia da non trascurare, da non perdere.

Così è iniziato il primo giorno del soggiorno in Orissa, nella città del Signore Jagannath.