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Maratea - Diario 23 luglio 2020

Alle 5 del mattino ci ritroviamo nel giardino dell’hotel per iniziare la meditazione. Uno scenario affascinante si manifesta davanti ai nostri occhi. Il monte, la statua del redentore illuminata e il pittoresco vecchio castello sembrano creati apposta per stimolare la nostra creatività, la nostra immaginazione. Alle 7 inizia la prima lezione di Yoga. Lo spazio esterno dove possiamo svolgere la pratica è anch’esso uno scenario molto ispirante, dove natura e paesaggio rendono tutto speciale.

A metà mattinata partiamo a piedi e ci dirigiamo verso la contrada Santa Caterina, da cui si prende il sentiero che permette di costeggiare il monte Minerva. Dopo circa 45 minuti di camminata, arriviamo al caratteristico paese di Maratea, da cui iniziamo la discesa nel sentiero detto “dei mille gradini”. Verso le 12 raggiungiamo il porto turistico dove facciamo una pausa per ristorarci un po’. E’ una giornata molto calda con un sole splendente. Alle 13 ripartiamo in direzione Fiumicello per arrivare in una piccola spiaggetta dove sostiamo un paio d’ore per conoscerci meglio. Successivamente ripartiamo accompagnati dal taxi per il nostro hotel dove ci raggiungono altri due membri del gruppo per l’incontro serale sulla meditazione che si svolge nella terrazza. Qui capiamo che, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, meditare non significa annullare il pensiero, ma bensì direzionarlo e orientarlo verso contenuti virtuosi. Leggendo il Sadhana Pada di Patanjali, apprendiamo che dhyana, la meditazione, in una prima fase si può manifestare nell’ambito di mata, il pensiero, per poi liberarsene nella fase detta nirvitarka, ossia “senza ragionamento”. Queste considerazioni ci supportano nell’addentrarci con spontaneità e senza pregiudizi nella meditazione, che possiamo vivere come esperienza sempre nuova e come continua scoperta.